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Citato nelle opere di Torquato Tasso, nativo proprio di Sorrento, Giovanni Pontano e Giambattista della Porta, il "Limone di Sorrento" era già un prodotto commercializzato a livello internazionale all'inizio del XVIII secolo, quando lo storico Bonaventura da Sorrento ne testimonia la spedizione in tutto il mondo, soprattutto attraverso i bastimenti diretti verso l'America. Numerosi dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano raffigurano limoni molto simili agli attuali "massesi" e "ovali sorrentini" che testimoniano l'utilizzo di tali frutti profumati sulle mense dei nostri avi latini.
Tuttavia, le più importanti documentazioni sulla presenza di limoni nella Penisola Sorrentina risalgono all'epoca rinascimentale. Atti di vendita, dipinti, trattati di letteratura e di botanica ci raccontano dell'impiego dei limoni prodotti localmente per i più svariati usi, anche se dobbiamo attendere il 1600 per avere la certezza della coltivazione in forma specializzata, come risulta dagli atti dei locali Padri Gesuiti. Ancora oggi esiste uno dei primi fondi coltivati, nominato appunto "Il Gesù", situato nella Conca di Guarazzanno, tra Sorrento e Massalubrense. Questa testimonianza avvalora la tesi che è proprio da questi due comuni della Penisola Sorrentina che hanno avuto origine i nomi della varietà da cui si trae il prodotto: "Ovale di Sorrento" e "Massese" (a forma ellittica, simmetrica con lobo pedicellare lievemente prominente e spesssore dell’albedo medio).

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La ricerca della qualità

Le caratteristiche di qualità del "Limone di Sorrento" IGP sono esaltate dalle particolari tecniche di produzione, ancora legate alla coltivazione delle piante sotto le famose "pagliarelle", stuoie di paglia che vengono appoggiate a pali di sostegno di legno, solitamente di castagno, a copertura delle chiome degli alberi, al fine di proteggerli soprattutto dal freddo e dal vento e per conseguire anche un ritardo della maturazione dei frutti, che rappresenta uno dei principali elementi di tipicità di questa produzione. La densità di impianto (allevamento a vaso libero) non dovrà essere superiore ad 850 piante per ettaro. La raccolta va effettuata nel periodo che va dal 1° gennaio al 31 ottobre. La raccolta dei frutti della pianta deve essere effettuata a mano: va impedito il contatto diretto dei limoni con il terreno.
L’areale interessato alla coltivazione del “Limone di Sorrento” inizia ad est dello “Scoglio Tre Fratelli” (Vico Equense), risale il Monte Faito, colli S.Pietro, Capo d’Arco, Marina del Cantone fino a via Campanella e insenatura a sud della Torre di Fossa Papa per concludere ai limiti del mare Tirreno, coinvolgendo 7 comuni Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant'Agnello, Sorrento, Vico Equense e l’isola di Capri.
Tra i prodotti trasformati, accanto alle marmellate, il più conosciuto nel mondo preparato con il "Limone di Sorrento" IGP è il "limoncello".

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