L'uva di sabato (o uve 'e sabete, dal lessico locale) è una varietà assolutamente autoctona della Penisola Sorrentina. E' un clone dell'Aglianico che forse deve il suo nome alla sua tardività, in quanto maturando in sesta epoca secondo i Romani, si lega al sesto giorno della settimana. Secondo altri, la sua denominazione deriva da un carico di vitigni arrivati dalla Grecia nel porto di Napoli in un giorno di sabato.
E’ un vitigno forte che ben si adatta al clima dolce ed al terreno ricco di humus e ben drenato come quelli in cui ben si è acclimatato, come le colline vicane (terra baciata dal sole e ventilata da dolci brezze). Lo si trova salendo verso Moiano ed all’altezza di Bonea, mentre dalla parte opposta alla Raffaele Bosco, a Fornacelle ci sono ancora piante avvinte agli alberi, in terreni poco sfruttati, fino poi a scendere a Seiano giungendo a Montechiaro.
Si racconta che il vitigno “Sabato” vuole “camminare”, nel senso che predilige un ramo fruttifero lungo, mentre altri lo lasciano con poche gemme.

La ricerca della qualità
L’allevamento di tale vitigno è in genere un pergolato con un sesto d’impianto a quadrato; il sostegno alla vite è un palo di castagno, l’armatura è costituita da fili zincati che formano un pergolato fitto.
I suoi grappoli sono succosi e carichi, dalle forme sferoidale-conica allungate, dal colore viola intenso, tendente al blu notte. Le sue caratteristiche peculiari sono la grande croccantezza.
La resa dell’uva in vino oscilla intorno al 75% circa. La gradazione del vino prodotto dalle uve di Sabato va da un minimo di 10 gradi fino ad un massimo di 11,5/12 gradi dal colore rosso-rubino intenso, sapore corposo ma dolce.
Il profumo è vinoso ma delicato con sentore di viola; il sapore asciutto, corposo, leggermente tannico; con gli anni migliora e si arrotonda nel gusto. E’ adatto all’invecchiamento (due anni presso il produttore in botti di legno).